Nel 1978,mese di settembre, con l’esattezza alle ore 19 del giorno 27,di mercoledì ,riuscii ad avere un bambino: per noi genitori, una bellezza rara, così pure per i parenti.
E come Abramo esultò di gioia, dimenticando Dio ,anch’io dimenticai il Mondo. Ora potevo essere felice, possedevo tutto!
Le privazioni della vita passata erano scomparse dalla mia mente…
Questa felicità fu breve.
Come un lampo a ciel sereno, così fu la tua vita. Una voce risuonò su nel cielo dicendo: Ti chiamerai Prospero, la tua vita sarà breve, ma nella sua brevità porterai la mia parola. Sarai di esempio al mondo con la tua sofferenza unirai il prossimo e farai amare chi soffre. Io sarò con te e dalle tue labbra uscirà la mia voce che dirà” Gesù fammi venire date, prendimi in braccio, fammi guarire”. La gente penserà che si tratti di guarire dalla tua malattia, ma la tua guarigione sarà la morte del tuo corpo e la santità della tua giovane anima immacolata…” Così fu!…
Avevi quindici giorni quando iniziò il tuo calvario.
Entrasti in ospedale il giorno 12 ottobre 1978; fosti accolto bene, forse perché tua zia lavorava in quel reparto, oppure perché la mamma nella sua stupidità sapeva accattivarsi la simpatia della gente.
Si fece di tutto ed una persona dall’aspetto freddo e spesso seccato cercava di capire qual era la causa del tuo malessere. Passò il mese di ottobre e questa persona dall’aria distaccata parlò in modo duro, ma leale, dicendo che tu dovevi essere trasferito a Napoli, però noi genitori, optammo per Pisa: rifiutammo Napoli,perchè non sarei potuta restare con te e avrei dovuto lasciarti solo e indifeso…
Il 3 novembre 1978 partimmo.
La sera arrivammo a Lucca e per trovare un albergo fu tanto difficile.
In quel momento mi balenò alla mente la figura di Giuseppe e Maria a Betlemme, però avevamo con noi anche Gesù Bambino.
Copierò dal diario di allora ciò che forse farà cogliere nel modo migliore le mie emozioni:
Pisa 5-XI-78
Caro Poppy ,quando sarai grande e leggerai questa pagina, forse ti meraviglierai della data che dice Pisa e non Cava de’ Tirreni ,ma, leggendo, forse capirai…
Il 27-X-78 hai compiuto un mese: questo mese, vorrei cancellarlo ,ma è bene che fin d’ora si inizi a sapere cosa preserva la vita di ogni uomo. Il 5-X-78 ho dovuto chiamare il medico per te, bambino mio, e il giorno 12 ottobre1978 ho dovuto ricoverarti all’ospedale di Villa Rende, dove hai sofferto e dove io ho tanto penato…
In tutti questi giorni le infermiere sono state tante mamme e tua zia Rosanna ha fatto tanto tanto. Come puoi vedere, nel mondo c’è anche gente buona.
Quando potrai capire, dovrai ringraziare il tuo pediatra Nicola Guida per l’impossibile che ha fatto…
Il giorno 3-XI-78 hai lasciato l’ospedale di Cava e siamo venuti all’ospedale Santa Chiara di Pisa, dove spero ti aiuteranno a guarire…
Forse vorrai sapere, quale malattia avevi da piccolo, così grave da destare preoccupazione, io te lo scrivo così ti farai una cultura: ipocalcemia.
Oggi 5-XI-78 il tuo papà è partito, ma ritornerà venerdì.
Questo è il tuo primo mese di vita…
I giorni passavano monotoni. Tanti bimbi che venivano ricoverati, tanti quelli che ritornavano alle loro casa guariti,e noi sempre in quell’ospedale.
Ad un certo punto, vedendomi fuori di casa a combattere forse per una causa già persa, incominciai a nutrire verso quell’esserino indifeso non più amore, ma qualcosa di cui oggi, solo a pensarci , provo vergogna.
Dopo tanti esperimenti venne fuori la causa della tua malattia, on più ipocalcemia, ma osteopetrosi.
Dai testi medici, malattia rara, pochi i casi.
Il 7 gennaio 1979 a casa ,ma senza più speranza.
Sorriso sui nostri volti per gli altri, ma condanna nei nostri cuori!
Volevo non credere la realtà! Infatti si potrà vedere ciò che pensavo da un altro brano del diario:
Cava de’ Tirreni 7 settembre 1979
I giorni con il mio bambino sono sempre identici. Oggi invece c’è stata una novità. Nella nostra città si festeggia la “Madonna dell’Olmo” e come in tutte le piccole città, quando c’è una festa arriva il Luna Park.
Così oggi per la seconda volta(la prima è stata ieri sera)Prospero è andato sulle giostre. Stamane dopo aver preso il suo latte, Prospero ha trascorso la mattinata a giocare con i suoi numerosi giocattoli, ascoltando le sue canzoncine. Verso le 11 è andato a passeggio, dopo di che ha fatto un sonnellino. Dopo pranzo ancora a passeggio per il nostro paesino, poi di nuovo a nanna. Così stasera, dopo cena, Luna Park. Prospero era meravigliato nel vedere tante luci, tanti colori e sentire tante canzoni accavallarsi .E’ andato sul trenino, sulla macchina della polizia, sull’aereo: era felice! Dopo una passeggiata al centro città siamo arrivati a casa stanchi, ma felici di questa nuova esperienza.
Mamma e Prospero
Come si può essere così stupidi,
come si può fuggire la realtà,
come si può illudere un essere umano che di razionale ha ben poco?!
Io ci riuscivo molto bene , non so perché lo facevo, forse per una ragione di vita o forse, meglio ancora, per la mia ignoranza!
Il diario continua così:
“Bimbo mio,
ormai sei quasi un ometto, hai 11 mesi. Quante sono state le pene, le preoccupazioni in questi mesi(e tutt’ora continuano),però basta guardarti mentre sfoggi un sorriso con i tuoi 5 denti per farmi dimenticare tutto!
Molti sono stati i tuoi passi avanti e ,non perché sei mio figlio ,sei intelligente. E ‘ vero non dici mamma e neppure papà, non cammini, non fai ciao, ma sai essere più espressivo di chiunque altro. Per i tuoi 11 mesi e per tutto ciò che hai sofferto, nel tuo mondo di bimbo sai essere un ometto, l’ometto di mamma e papà. Continui a non vedere nettamente, ma io penso che vedrai come tutti gli altri bambini, perché tu lo vorrai e con te noi genitori e anche quella stella che è lassù, la tua nonna Olmina.”
Mamma
Fiumi di parole, ecco cosa è stata la tua vita. Nel momento di scoraggiamento buttavo giù qualche scritto, l’ho sempre fatto, e così facendo mi sono costruita una corazza impenetrabile: nessuno riuscirà ad oltrepassarla.
Non ho parlato mai con nessuno altro ,neanche con tuo padre, perché sono convinta che è inutile parlare alla gente.
Sai ,Prospero ora sono fortunata, perché posso parlare con te, posso piangere sicura che nessuno mi veda.
Perché, ricorda :Alla gente non interessano i tuoi problemi…Fai vedere al prossimo che sei felice, anche se il dolore ti distrugge, così tutti impareranno a sopportare i propri dispiaceri. Non importa se il tuo io ,il tuo mondo, il tuo esistere si distrugge. E’ passato un anno della tua vita ed io l’ho ricordato così:
“Cava 27-9-1979
E’ un anno che stai con noi, tuoi genitori. Anche se le pene non sono mancate è stato un anno meraviglioso, il più bello! Lassù, le mie preghiere sono state accolte, tu stai ancora con noi e la cosa più importante è che migliori giorno per giorno. Mi è stato detto “Meglio un angelo in cielo che un delinquente in terra”
Meravigliose parole, ma il buon Dio vuole che tu ,angelo mio resti in terra per far felice una donna, mamma anche se molte volte peccatrice. ”
Mamma
L’ultima pagina dal tuo diario termina così:
La mamma ricorda. Ancora una parola sul mio bambino. Cosa posso scrivere?
Le tue pene sono le mie, i tuoi pianti sono i miei, i tuoi sorrisi sono pure i miei. Spero solo che un giorno tutto cambierà e ciò che stai vivendo ora ,sarà solo un brutto sogno.
I ricordi tuoi saranno i miei, già ormai sono rimasti solo quelli: in casa la tua culla vuota ,i dischi li hai portati via e quelli che sono a casa non si ascoltano più. Il tuo girello è tornato alla Nostra Famiglia.
Infatti l’ho rivisto il pianto negli occhi, nel ricordare le tue parole “Teresa nella motocicletta” Chi leggerà dirà che in italiano non si dice “nella ” motocicletta, ma tu potevi dirlo.
Hai voluto bene a tante persone e tante hanno ricambiato il tuo affetto. Il tuo organo sta spento, quando verrai metterò il tuo sediolino sulla sedia, così potrai suonarlo. Prospero lo sai? Ora abbiamo il telefono; un pò di tempo è passato ,però ora anche tu potrai telefonare. Gli amici della Sierra Alpha ti hanno portato il baracchino così potrai parlare con Zanzara, Anna Maria e con Pina. Ricordi cosa ti diceva Pina “ti dò lo zoccolo in testa” Però ti voleva bene.
Ti ricordi quando venivamo in ospedale? Tu solo che sentivi il rumore del depuratore, dicevi che non volevi sentire il treno, che non ti volevi “pungiare”, Prospero, quante volte ti hanno “pungiato”! Tutto inutile! Vero?!
Mamma e papà ti spiegavano perché facevano quei prelievi e tutte quelle trasfusioni. Speravamo di farti guarire! Sai, credevamo di sconfiggere il male. Eravamo idioti, ma idioti per amore !Continui le tue imitazioni? Eri abbastanza bravo. Dove stai adesso ti danno la cioccolata, il caffè, i biscotti e tutto quello che ti piaceva? Mi è stato detto che ora cammini da solo e che vedi tutto nettamente. Ora puoi correre al sole, al vento ,vai in bici e non hai più paura del mare. Non temi più nulla perché ora vedi!
Già ,tu sei felice. Ma quaggiù c’è qualcuno che corre come una farfalla impazzita in cerca di qualcosa, di qualcuno, in cerca di ricordi e di posti che parlano di un bimbo, un bimbo biondo dagli occhi grandi, dalla voce soave che ormai è muta.
Parlo di te a chiunque, ma la gente non può pensare a noi due.
Prospero, ora sei andato via e vivrai solo nei nostri ricordi. Per gli altri sarai un bimbo che ha sofferto o meglio un bimbo handicappato nel corpo, ma no nel cuore, come lo siamo noi, che ci riteniamo normali.
Un giorno la gente capirà, aprirà la porta di ferro che li fa ritenere superiori e così potrà comprendere chi soffre, chi è infelice .Ma non servirà a nulla compatire chi soffre, perché forse non ci siamo resi conto che la compassione non è amore.
E se un giorno qualche altra mamma avrà un esserino indifeso, non dovrà essere triste, non dovrà provare vergogna, né dovrà abbandonarlo per un figlio sano, perché con tutte le privazione, quell’esserino debole ,gracile, sarà per lei la soddisfazione di potersi considerare mamma.
Prospero, bimbo mio, ti ringrazio di avermi scelto come mamma e seppure ma 4 anni e mezzo sei ritornato tra gli angeli, spero che lo avrai fatto perché la tua opera era finita e non perché io non sia stata una buona mamma.
Ciao piccolo.
