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Un anno più saggia…Buon Anno!

Anche stasera il sonno tarda a venire, mi conviene fare 4 passi, così l’aria frizzantina della notte,mi accompagnerà nella passeggiata notturna, ha nevicato il paesaggio è nuovo; gli alberi ormai spogli hanno indossato il cappotto, pare di essere alla festa del bianco,anche se il cielo è nero con qualche stella che fa capolino in lontananza.

Non riesco a sentire i miei passi sulla neve, tutto è illuminato, anche se nessuna luce forte è accesa,si salva l’insegna del Bar che fra 5 minuti si spegnerà automaticamente, non c’è anima viva, neppure un cane per strada…

Il fumo della sigaretta misto al vapore del mio respiro mi fanno compagnia come sempre, ci sono ,ma non parlano l’importante e saperli presenti…così ho la certezza di essere ancora viva!

Nonostante il freddo, continuo a camminare, ho bisogno di dormire, quindi devo stancarmi ben bene, così i miei occhi si chiuderanno e il mio corpo si riposerà.

Fuori paese all’inizio del bosco scorgo una casa ancora con le luci accese,chissà chi è che come me non riesce a dormire…

Sbircio tra i vetri appannati non vedo nessuno, riprendo il mio cammino e davanti a me un vecchio con un carico di legna tra le mani lo saluto e lui sorridendomi mi chiede di aiutarlo, acconsento con piacere mi prendo il carico tra le mie braccia e lui si ricarica di altra legna ,ci incamminiamo alla porta e lui mi invita ad entrare.

Metto la legna in una cassa che sta al fianco del cammino di pietra, che manda il calore per tutta la casa piccola, povera, ma ben tenuta!

Sorrido, saluto e mi avvio alla porta e il vecchio mi invita a riscaldarmi al caldo del camino, risorrido, accetto e mi siedo sulla panca di legno, mentra il vecchio mi porge una tazza fumante sarà una tisana, molto invitante e profumata e dalla credenza prende un piatto di biscotti,che poggia su di uno tronco sgabello!

Mi disse che si chiamava Santo ed era là per curare un amico ormai morente, infatti sentii tossire in malo modo ,mi alzai di scatto, ma lui mi fece cenno di risedermi, anzi con voce pacata mi tranquillizzò e mi chiese quale fosse il mio nome.

Smisi di sorseggiare e gli risposi:-Sono MT-

-Perchè a quest’ora vai girovagando, invece di startene al caldo?-

-Non riuscivo a dormire e invece di rigirarmi nel lettone ho preferito camminare,tanto sapevo di non trovare nessuno-

– Come in questi giorni di festa sapevi di non trovare nessuno, hai poteri extraumani- e una sonora risata riempi la stanza!

Quando rideva era così diverso gli occhi gli brillavano, l’addome sembrava ballare e anche se la barba e baffi bianchi ricoprivano il suo viso doveva essere stato un bell’uomo!

-Santo ma tu vivi qui ,non ti ho mai incontrato prima e ad esserti sincera non mi ricordo neppure di questa cascina forse gli alberi la tenevano ben nascosta-

Santo mi guardò,scosse la testa, si alzò e mi versò un altro pò di tisana nella tazza,entrò nella stanza da dove avevo sentito tossire, e ne restò un bel pò.

Guardai quel fuoco e in esso leggevo il tempo passato, mi sembrava di vedere volti di persone andate via, attimi di gioia passati, tristezza e lacrime versate e mentre continuavo a guardare quel fuoco come fosse un film della mia vita una mano mi strinse la spalla, era Santo che era ritornato.

Si risedette di fronte a me e iniziò a parlarmi:

-molte volte non ci si rende conto che i giorni che passano sono giorni pieni di giorni migliori, ma da ciechi li accantoniamo dimenticandoli, lasciando vivi solo quello che ci fa piacere, ma quei ricordi non sono veritieri, rappresentano quello che noi avremmo voluto e che non ci è mai capitato…

Tu continui a credere che nessuno ti pensa o che il tuo modo di rapportarti non piaccia a tutti, ma in realtà non è così…Vorresti sentire il calore di un abbraccio sincero di una tua amica o di chiunque porti nel cuore, i tuoi figli, i tuoi nipoti le tue sorelle, sperando di superare il vuoto di quell’abbraccio che nè la tua mamma e nè il tuo figliolo ti hanno dato prima di lasciarti, in tanti li hai cercati, hai voluto bene dando compagnia con le tue telefonate per dimenticarti la tua solitudine, per dimenticarti gli abbracci mai avuti, quando ne avresti avuto bisogno, hai dovuto da anni essere più forte di chi in realtà lo era…

Ma tu eri semplicemente MT e anche se in cuor tuo avresti voluto donare serenità ,salute e prosperità a chi incrociavi lungo il tuo cammino,solo perchè gli volevi bene non potevi,qualcuno ti ha capito, altri hanno pensato bene a donarti tristezza,infatti quante volte hai pianto per gli altri,ma continui a sperare di riuscirci non sarai santa ,ma testarda tanto… vedi nero vorresti allontanarti per sempre,ma sappi che queste cose appartengano a Qualcuno più importante di tutti.Vedi prima hai sentito tossire e ti sei alzata, vieni ti presento il mio amico-

Lo seguii nella stanza attigua nel letto un vecchio con la barba bianca smunto in viso ,magro come una candela consumata,respirava a fatica era pieno di sudore che gli grondava dalla fronte, soffriva, i dolori erano forti ogni secondo sembrava invecchiarlo, la sua vista mi provocò una stretta al cuore…

Mi avvicinai al suo capezzale, presi uno strofinaccio che era in una bacinella lo bagnai lo strizzai e glielo passai sulla fronte per rinfrescarlo scottava era febbricidante, guardai Santo lui mi sorrise e scosse la testa.

-Sei di coccio, non puoi far nulla, lui lo sa, paziente sta solo aspettando… non riempire i tuoi occhi di lacrime, non sentirti in colpa per il mio amico lui accetta quello che succederà perchè ne è consapevole da tempo…-

Riasciugai la sua fronte e l’amico di Santo mi strinse la mano e accennò ad un sorriso,e con un filo di voce mi parlò:- Mt tu hai pietà di me senza sapere chi veramente io sia, asciughi il mio sudore e mi accarezzi, anche se io spesso ti ho regalato lacrime e dolore…- Io scossi la testa la gola era bloccata dal pianto che volevo nascondere, e continuavo ad accarezzare la sua mano quasi volessi alleviare il suo dolore, anche Santo si avvicinò, mi abbracciò e nello stesso tempo il suo amico mi strinse la mano quasi a farmi male…

La stretta alla mia mano mi fece sobbalzare era il mio cane impaurito dai primi botti del Nuovo Anno che stava per entrare ed io avevo avuto l’onore di incontrare ed abbracciare il Santo Natale passato ed asciugato la fronte del Vecchio Anno.

Buon 2014 a chi leggerà questo racconto nato per augurare a tutti voi pace serenità amore prosperità e salute in tutte le vostre case ed io felice con l’arrivo del nuovo anno di essere un anno più saggia!

ba2014

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divagazioni condominiali!

Sono 28 anni a novembre che abito in questo condominio,diciamo che in questi anni molti condomini si sono alternati,anche se ormai sono anni che siamo sempre gli stessi.
A volte mi rendo conto che l’orologio non lo guardo più, basta ascoltare i rumori del condominio e difficilmente sbagli l’ora.
La mattina è rotta solo dal rumore del citofono, in tutto tre volte, alle dieci arriva il postino, alle 11 il ragazzo che porta i giornalini dei vari supermercati e alle 13’30 il mio carissimo salumiere che mi porta la spesa che ordino tutte le mattine,prendendomi anche le sigarette dal tabaccaio che ha il negozio proprio a fianco.
Alle 13,50 si iniziano a sentire i gorgheggi della ragazza che studia lirica, a volte sposta l’orario alle 20 così riposiamo più contenti; fino ad un paio d’anni fa ci ha massacrati col pianoforte, non ho mai tanto pregato che si diplomasse al più presto ,ma secondo me ho troppo pregato e così ha iniziato canto lirico!
Anche quando il condomino che abitava sotto di lei stava male, ha pensato di rincuorarlo con il suo pianoforte e i suoi gorgheggi, secondo me il poveretto stanco, ha deciso di allontanarsi!
Senza contare il padre della cantante, che per anni mi ha lasciato pensare che a mezzanotte ed anche più tardi,poveretto non accedeva nessuna luce per non svegliare la famiglia, inciampava cadendo in malo modo,ogni sera;invece no, questo accadeva sempre in inverno, saliva dal garage e ogni sera non curante di chi abitava al piano inferiore, pensava bene di darci una scossa tutte le notti, buttando la legna nel cesto posto all’altezza della camera da letto mia!
Che dire delle estati passate, tutte le sere non riusciva a dormire per il caldo umido e passava le notti ad innaffiare il terrazzo e dimenticando sempre che io e mio marito dormiamo al piano sottostante,tirava la pompa dell’acqua che immancabilmente trascinava le sedie e le lasciava sbattere sul pavimento,naturalmente alle 2 o alle 3 di notte.
Ogni sera era un tornado in azione ,per fortuna che la figlia più piccola si è presa questo compito è meno sbadata o forse più educata del padre.
Un tardo pomeriggio, ricordo che stavo in soggiorno, sono saltata dalla sedia, un getto d’acqua tipo rottura di diga invase il mio terrazzino, entrando nella finestra della camera da letto e nel soggiorno,senza contare i tubi della raccolta dell’acqua piovana scoppiati nelle giunture.
Non sapeva cosa fare e pensò di svuotare la piscina capovolgendola anche se non era la piscinetta del neonato ,ma di quelle rettangolari di 3 metri per 2 e alta 50cm se non 70…per fortuna che si ruppe, così fummo graziati per l’anno successivo!
Ha una miriadi di piante su questo terrazzo e le foglie e i fiori li trovo sempre giù da me,evita di potarle perchè non è giusto e spesso davanti alle nostre finestre penzola qualche piantina,un inverno cadde un vaso piuttosto grosso che mi ruppe le corde dei panni e se fossi stata nell’orto ora non sarei qua a scrivere…
Purtroppo un fidanzato, un cane, un gatto siamo noi a sceglierlo, ma i vicini quelli proprio no.
Evito di raccontare altro altrimenti sarei costretta a pubblicare un libro che nessuno comprerebbe…
Spero di avervi rubato un sorriso,sembra un racconto anche se è pura realtà,la mia poca normalità forse è dovuta a tutti i traumi subiti in questi anni chissà se riuscirò mai a riprendermi!
condominio1