…e poi ti rendi conto che sei piccina!

Ci sono situazioni che vorresti non vivere, dove lo spazio e il tempo sembrano toglierti ogni possibilità di razionalità.
Uno squillo, ascoltare una voce dall’altra parte del telefono,che senza raccontarti nulla, ti avverte, che una parte di te ti vuole vicina in un posto che ti ha visto protagonista per anni, allora scatta nella tua mente ricordi passati ,paura di non arrivare in tempo…
In quei punti vorrei aver saputo racchiudere l’angoscia che ti prende, e mentre infili la chiave in macchina, ti ripeti ,ma io sono la piccola, quasi a chiedere l’esonero a quello che ti si chiedeva, paura, preoccupazione, no terrore di dover soffrire, manco fosse la prima esperienza della tua vita.
Cinque minuti,massimo sette e trovarti nel pronto soccorso, dove chiedi, cosa che non hai mai fatto prima, dove fosse tua sorella, prima entravi da padrona pronta a trovare soluzioni valide,la mente correva e nel frattempo mi vestivo della mia aria spavalda, per non piangere in cerca di sostegno.
L’ho vista usciva dal bagno con una flebo in mano mi ha sorriso e si è seduta su una sedia a rotelle,io ho preso la flebo l’ho agganciata e anche se sorridevo e scherzavo ho guardato mia sorella ne è passato di tempo lei ora ha 70 anni l’ho sempre temuta,fredda, autoritaria, la rottermaier della mia vita che sentendosi male ha chiesto di me la più piccola.
La paura è andata scemando, ho chiamato la seconda sorella in ordine di età, forse per liberarmi dalla morsa che continuava ad attagliare l’anima…
Solo allora ho capito che sono rimasta bambina, se fossi stata saggia avrei dovuto gestire la situazione da sola, a 57 anni non si può chiedere sostegno, invece come sempre anche se apparentemente sono la più forte e tutti mi vedono tale sono proprio piccina!
L’importante che tutto è rientrato la dottoressa ha spiegato che gli sbalzi pressori possono accadere anche se si è sotto controllo, io ho annuito ,ma forse anche se non ho parlato ho pensato poteva anche fare a meno di accadere!

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